Tra tutte le verità della fede cattolica, quella dell’Immacolata Concezione appare veramente la più ostica, la più difficile da comprendere per noi umani viventi nel terzo millennio.

Le rare volte che si affronta lo spinoso argomento, magari perché “costretti” (ultimo esempio, le omelie dell’8 dicembre da poco trascorso), difficile sentir parlare chiaramente del fatto nudo e crudo che in quel giorno si festeggia e cioè che tra miliardi e miliardi di esseri umani passati presenti (e futuri), solo uno – anzi, una – è stata creata senza peccato originale.

Un solo essere umano nella storia universale è senza macchia (“immacolata”) fin dalla sua origine (“concezione”): difficile trovare infatti qualcosa che sfidi di più la ragione e la libertà, soprattutto per come oggi li concepiamo. L’intelletto contemporaneo infatti già ridacchia su quel male che c’è all’origine dell’uomo, figuriamoci se può accettare che ci sia un qualche valido motivo che spieghi l’eccezione unica e irripetibile toccata ad una sconosciuta ragazzina di un remoto passato, per cui “tutti nascono con questo male originale, tranne lei”. E, per di più, il nostro viscerale liberalismo rimane a dir poco scandalizzato: come si concilia infatti l’Immacolata Concezione con la possibilità di scelta di Maria, resa “tutta bella” (tota pulchra), sì, ma “a sua insaputa”, addirittura prima di venire al mondo?

Così, la spiegazione che “il mondo” (inteso in senso evangelico come quella mentalità diffusa, quella oscura e trasversale opposizione all’azione di Dio nella storia) dà dell’Immacolata, si chiude normalmente senza nemmeno avere inizio, con un’affermazione sconsolata – del tipo, “è un dogma, inutile ragionare” – che unisce in un triste abbraccio ecumenico i non-credenti e molti credenti.

Ma, innanzitutto, le cose stanno così? Si tratta davvero di una scelta tra un ragionamento e un dogma? A guardar bene, no, si tratta piuttosto di un confronto tra due tipi di dogma. Infatti, alla fede nell’Immacolata il mondo contemporaneo oppone le “sue” certezze, solidissime e indubitabili, che si possono riassumere così: uguaglianza universale e libero arbitrio assoluto. Dogmi “mondani” che, tradotti in parole semplici, significano all’incirca: ognuno è perfettamente libero quando può scegliere in totale autonomia e questo rende uguali tutti gli uomini.

L’Immacolata Concezione, evidentemente, è un pugno nello stomaco per chi vive di queste assolute certezze: una ragazza “viene scelta”, prima che possa compiere qualsiasi singola scelta, “unica” nell’universo e nella storia, differente da tutte le creature.

“Viene scelta” piuttosto che “scegliere”.

Ed è “unica nell’intera storia” piuttosto che essere “uguale”.

Insomma, come detto, un capovolgimento radicale del pensiero che ci circonda. E, infatti, dentro di noi, che siamo parte integrante del mondo, qualcosa continua a stridere: ma allora che fine fa la libertà di Maria? E’ sacrificata in nome di un presunto bene più grande?

No, questo è impossibile, perché – ne siamo certi – la Madonna non si è sentita mai tanto libera come quando ha detto quel “fiat” alla domanda più importante mai fatta a un essere umano. Perché infine questo “sì” è stato il sì alla salvezza vera, reale della sua e di ogni libertà.

Questo è infine il vero punto cruciale, quello che ci risulta difficile accettare riguardo al mistero di Maria: che la libertà, in particolare la mia libertà, sia qualcosa che ha bisogno di essere salvato, fino alla radice misteriosa di sé, fino al suo punto “originale”.

Ci spaventa insomma la “totalità” del sì della Madonna a Gesù, in cui ha creduto ancor prima di vederlo e che ha custodito nell’incredulità di tutto il mondo che la circondava. Un sì a Cristo divenuto una carne sola con lei, non solo fisicamente, ma nel suo intero essere, tutto liberato nell’incontro con la verità del Figlio divenuto uomo nel suo grembo.

Può una libertà essere liberata fino a questo punto, ovvero fino all’origine di sé, fino a essere “tutta bella” perché “tutta di Cristo”? Ovvero, c’è una scelta possibile che riguarda tutto il mio essere, tutto il desiderio del mio cuore?

Il dogma dell’Immacolata Concezione ci dice che questo è accaduto davvero, che Dio è arrivato davvero a “scommettere tutto” su una donna in carne e ossa di nome Maria e sul suo “sì” a Gesù.

E l’unicità di Maria può diventare anche l’unicità di ciascuno di noi, se cominceremo ad accettare la possibilità che, davvero, in Cristo, possiamo rischiare tutta, ma proprio tutta la nostra libertà, che è molto più di un semplice “arbitrio”.

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