Un mio articolo sulla Nuova Bussola Quotidiana (ottobre 2015) riguardante la profezia della Madonna di Civitavecchia (guerra mondiale nucleare Est-Ovest) ha, come prevedibile, agitato gli animi: i più hanno condiviso senza riserve, altri hanno manifestato perplessità.

Cercherò allora di chiarire meglio il mio pensiero. Un primo appunto riguarda il video, da me citato, in cui Putin salva d’autorità un’azienda che la proprietà vorrebbe chiudere. Il metodo è, in effetti, da socialismo di stato, come si fa da noi: la fabbrica decotta viene messa a carico del contribuente. Naturalmente, non sono d’accordo. Ma non mi piace nemmeno che lavoratori siano buttati sul lastrico per esigenze di mercato. Del resto, finirebbero lo stesso a carico del contribuente. Se qualcuno, in questo momento di grave crisi economica internazionale, ha idee migliori da attuare adesso («nel lungo periodo saremo tutti morti», diceva Keynes), non mi par vero.

Certo, da cattolico tengo per il principio di sussidiarietà, ma la sua applicazione, dato lo scenario e le facce che comandano, per il momento mi pare irrealistica. Putin, d’altro canto, non è un economista e nemmeno un esperto di dottrina sociale: è un ex colonnello del Kgb che cerca di impedire che le Russie, dopo settant’anni di comunismo, esplodano con conseguenze devastanti non solo per loro.

La sua difesa del cristianesimo mediorientale e dei valori cristiani è pelosa? Non è che la vecchia geopolitica degli zar (il papa, ai tempi di Lepanto, non esitò a chiedere aiuto a Ivan il Terribile, che quanto a metodi non era inferiore ai colonnelli del Kgb), e non mi pare che lo scenario attuale offra alternative. Per quanto riguarda il tasso di democraticità, non posso pretendere che, dopo settant’anni di Urss, quei popoli passino di botto alla Liberté (ammesso che quella sbracata e anarcoide che abbiamo noi piaccia loro, visto che non piace tanto neanche a noi). E’ un fatto che Putin è sempre rieletto ed in testa ai sondaggi: spiace a qualche intellettuale, ma la sua gente lo apprezza. La nostra, di democrazia, non brilla affatto per ordine, sicurezza e prosperità, ed è ormai diventata una jungla in cui il più forte (in denaro) detta l’agenda. Abbiamo imparato dagli Usa, dove, sì, c’è ampia possibilità di dibattito -come no?- anche sull’aborto, il gender e le nozze gay. E si è visto a che cosa è servito, dal momento che pure i giudici remano contro (il popolo). Infatti, le grandi aziende, aduse a cogliere prima degli altri l’aria che tira, si sono adeguate. Love is love and business is business.

E’ vero, negli Usa esiste una opposizione, mentre in Russia in pratica no. Ma serve a niente opporsi a chi ha più soldi di te. Il quadro: gli Usa stanno imponendo al pianeta l’ideologia gender e le nozze gay, dopo avere imposto la «salute riproduttiva» e il pensiero politicamente corretto.  Hanno destabilizzato la già polveriera mediorientale aggiungendovi il Nordafrica. Il confronto ormai non è più tra blocchi ideologici, perché il socialismo di stato comanda anche negli Usa e nella Ue. Con in più una mentalità sessantottarda da sfacelo morale che viene inculcata ai popoli con metodi giacobini. […]

Per finire, qualcuno dubita che le profezie della Madonna, a Fatima o altrove, si inverino in un ex Kgb. Non so che dire, visto che a me la Vergine non appare per spiegarsi meglio. Io so solo quello che vedo. E ho visto Putin baciare la Vladimir’skaja e segnarsi, erigere un monumento a San Vladimir, ricostruire chiese e monasteri, sovvenzionare le nascite, vietare che i bimbi russi finiscano adottati all’estero da coppie gay, punire le femministe blasfeme, proporsi al papa come difensore dei cristiani perseguitati dai jihadisti. Eccetera. Cinico tatticismo? Ecchissenefrega. Vivaddio, ce ne fossero altri di questi cinici all’orizzonte, li saluterei con salve di hurrà.

Quando, e se, Putin cambierà politica e diventerà l’Obama dell’Est, anche quel che scrivo su di lui cambierà. Pensavo fosse ovvio, almeno per chi mi conosce.

 

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