Volevo partire con una domanda su un argomento che a noi oggi pare abbastanza attuale e che sta dividendo un po’ il mondo cattolico, cioè la questione della Russia. Alcuni cattolici oggi vedono la Russia di Putin come se fosse un po’ l’ultima àncora di salvataggio di un cristianesimo morente a livello occidentale e che deve aggrapparsi al dittatore buono o comunque a chi con la forza della legge lo impone visto che il cristianesimo non riesce più a diffondersi dal punto di vista educativo e dal punto di vista liberale. Ecco, sembra che la Russia sia l’ultima àncora di salvataggio. Lei come la vede?
«Il problema di fondo, per quanto riguarda l’Occidente, è che adesso in mezzo a noi non è che il cristianesimo sarà salvato dalla Russia o dall’Ucraina. La questione nostra è di una gravità enorme, perché evidentemente noi vediamo quello che stiamo perdendo in Europa: e stiamo perdendo la razionalità che ci ha insegnato la Grecia. La Grecia ha passato all’Europa, diciamo così, l’idea della razionalità come discussione critica. Il Dio delle questioni europee è il Dio cristiano. E la cosa fondamentale della questione cristiana (visione) è semplicemente che ci ha liberato dallo stato di totalitarismo, cioè, noi non possiamo essere idolatri, questa è la cosa importante. Per il cristiano solo Dio è assoluto, quindi lo stato non può essere assoluto. Infatti quando Plinio il giovane scrive la lettera a Traiano c’è questa veste di superstizione sul cristianesimo. Egli dice che appunto che questi cristiani han fatto una “retata” nella piazza dove c’è la statua che diceva ‘Cesare è il Signore’ e l’hanno buttata giù. Cioè il cristianesimo ci ha liberato da questo».

E oggi come mai questa liberazione non è più colta?
«Siamo diventati idolatri. Il potere politico da una parte e il denaro dall’altra. Non si può servire Dio e Mammona, non si può servire Cesare come Kurios, come Signore. Credo che il fatto delle scuole cattoliche che stanno morendo per esempio in Italia è un fatto gravissimo. Perché? Perché scardina quella che è l’anima dell’Europa, il fatto che non si debba mettere il crocefisso nelle scuole indica un impazzimento».

La scuola libera potrebbe essere un contributo contro l’emergenza educativa?
«La scuola libera è elemento fondamentale, e sarebbe un bene per la scuola di stato perché chi vuole la scuola libera non è contro la scuola di stato. La scuola libera è un patrimonio grande che va salvato, ma va salvato dal monopolio statalista sulla scuola».

Qual è, quindi, secondo Lei, il cuore dell’emergenza educativa?
«Il cuore dell’emergenza educativa è che i cattolici si sveglino in Italia. Quattro operai su una gru piegano il governo: i milioni di persone che mandano i figli alla scuola cattolica non riescono a spostare niente, perché i cattolici in politica sono presenti ovunque e inefficaci dappertutto.

Siccome ogni emergenza alla fine è antropologica secondo lei che tipo di uomo si sta imponendo? L’ideologia dominante, che tipo di figura umana sta proponendo?
«Da una parte c’è il servilismo nei confronti dei potenti e dall’altra parte c’è questo dio denaro: se oggi un ragazzo non ha la Ferrari o una ragazza non ha i vestiti firmati, non è niente. Quindi il problema di fondo è che si sta imponendo un uomo vuoto; vuoto dei grandi valori, vuoto di grande idealità. I principi di aggregazione dei giovani non sono più le sedi dei partiti o le associazioni. Quello che c’è rimasto sono le discoteche»

E contribuisce a questo la disarticolazione dell’umano che sta facendo un po’ la teoria del gender, che cerca un po’ di creare l’individuo assoluto, senza una natura, desessualizzato, consumatore?
Sì, anche questo. La libertà dell’individuo è importante, ma se un individuo è una persona libera, deve essere un individuo responsabile nei confronti di sé stesso e nei confronti degli altri».

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