[Nei meandri del web abbiamo scovato una rivista dal nome alquanto interessante – Gazzetta Filosofica – e un suo articolo aveva tema ancor più interessante (‘Dio è ancora vivo’ o qualcosa di simile). Ma qualcosa non tornava… così abbiamo chiesto al nostro Berlicche un giudizio definitivo sulla faccenda (che trovate qui di seguito). E in effetti, non torna proprio nulla…]

Il Filosofo non appartiene alla massa. Il Filosofo disprezza la massa ignorante perché lui sa. La massa si lascia affascinare dal momento storico perché il suo pensiero è approssimativo e inconsistente, a differenza di quello del Filosofo che invece non è mai superficiale. Anche quando il Filosofo sembra enunciare fatti storici alla maniera di un bignamino di qualche ideologia passata, senza nessuna comprensione della realtà che sta dietro, in realtà non è così: siamo noi, esseri limitati, che non comprendiamo la vastità delle sue conoscenze e la profondità del suo pensiero. Dovremmo essergli grati che non ci accechi con lo splendore di essa.

Il Filosofo, per esempio, ha la certezza che la religione non sia altro che superstizione che avvolge alcuni concetti utili. Per lui è superstizione tutto quanto non rientra nell’ambito da lui razionalmente verificabile. Quali siano i suoi criteri di razionale verificabilità non è dato conoscere, ma in fondo non importa: tutto ciò che riguarda le religioni deve essere superstizione, perché fatto per la massa ignorante. Il fatto che alcuni avvenimenti possano essere davvero accaduti, alcuni  fatti storici possano essere davvero avvenuti non lo sfiora. Impossibile, e basta. Quello che davvero lo preoccupa è che, seguendo i vati Feuerbach e Nietzsche, gli ignorantoni abbiano finito per buttare via il bambino con l’acqua del bagno, ovvero abbiano cestinato anche la morale.

Sì, perché secondo la concezione del Filosofo, le religioni sono state studiate a tavolino per impressionare la massa ignorante – ci tiene molto al termine – e analfabeta. Ottenendo però in tale maniera di oscurare e travisare l’apparato teoretico sottostante. Come sia possibile il sorgere di tale apparato a prescindere dai fatti storici il nostro Filosofo non lo approfondisce, ma tant’è: ve lo saprà dimostrare con esempi che se vi paiono ridicolmente inconsistenti con la realtà storica e presi di peso da un pamphlet propagandistico settecentesco (l’usuale sparata sulle crociate e sulle indulgenze, tanto per fare esempi) è perché siete anche voi parte della massa. Ignoranti.

Attenzione, però, dice il Filosofo: il progresso ha reso possibile anche a voi popolo l’accesso alla conoscenza. Anche voialtri gente comune ora potete abbandonare la fede (che è sempre cieca, ovviamente) in una inesistente entità superiore e le superstizioni connesse; ma, essendo capre, non siete in grado di afferrare che potrebbe essere utile mantenere alcuni di quei precetti che ora ridicolizzate. Meno male che c’è il Filosofo apposta.

E’ proprio lui, il Filosofo, che ci può fare abbeverare alle parole dei profeti Feuerbach e Nietzsche, ai quali il cristianesimo, pur non avendone capito una cippa secca, stava abbastanza sulla (inesistente) anima dato che ostacolava la loro volontà di potenza. Già, perché è evidente che l’Uomo può tutto, sa tutto, è in grado di qualsiasi cosa quando non ci sia qualche prete a ricordargli che è creatura finita. Beh, non proprio tutti gli uomini, che com’è noto sono massa ignorante; quantomeno i Filosofi.

E’ proprio per venire benignamente incontro a questa massa ignorante, ignorante, ignorante (non sono mai abbastanza le ripetizioni) che il Filosofo, Hegel al suo fianco, propone l’Inganno.

Sì, Dio non esiste, ma sarebbe più utile si facesse finta esistesse; altrimenti, come facciamo a controllare questa massa di beceri convinta che, siccome non esiste una divinità e l’uomo regna, tutto sia permesso? Tsk tsk, non si rendono conto di non essere davvero uomini, loro.

Siccome “Dio esiste” è superstizione e “Dio non esiste” fa crollare la società, il Filosofo propone la sua via: “Dio è dentro di voi”. Ah, illuminazione! Come abbiamo fatto a non pensarci prima! Ora, il becero cristiano ignorante potrebbe alzare la manina e far notare che, dai tempi di Eva e del serpente (leggende, superstizioni), questo è già stato tentato: è il “sarete simili a dei” che il mitico tentatore ha suggerito là nell’Eden. Che poi si risolve in un “Fai quel che cappero ti pare”, non poi così distante da quella mancanza di morale che tanto spaventa il Filosofo. Già, perché se Dio è dentro di noi, come facciamo a distinguerlo da quella vocina egoista che ci dice di fregarcene del prossimo? Chi ci indica il criterio oggettivo della morale, se non c’è un Qualcuno esterno?
La risposta non può che essere una: è il Filosofo ad indicarcela. Il suo dio interiore ha proprio questa missione, parlare a noi massa ignorante.

Toh, il Filosofo ha fondato una sua religione. Ma per me, è tutta superstizione.

Il Filosofo mica esiste.

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