L’esame di maturità del 2018 puzza fortemente di propaganda verso un politicamente corretto stantio, a metà strada tra veterocomunismo e moda radical-chic. Non a caso dietro quest’operazione c’è il primo ministro dell’istruzione che la maturità non l’ha mai sostenuta…           

Mi raccontano di una madre che, lette le tracce dell’esame di maturità di quest’anno, ha accolto il figlio che tornava dalla prima prova con il pugno chiuso e cantando “Bella ciao”. In effetti sembra che il ministero sia vivo e abbia lottato con noi contro l’oppressione populista. Si potrebbe ironicamente dire, guardando quanto scritto sulla traccia “Masse e propaganda”, “medico cura te stesso”.

Se troviamo nel testoLa massa governata dai regimi totalitari, diversamente da quella odierna, era una massa omogeneizzata dall’ideologia del conflitto. La massa che si costituisce ad opera delle ideologie dei regimi totalitari, come quelle esemplificate nel secolo scorso, combatte l’individualismo ma fa conto sull’individuo, a condizione che quest’ultimo sia stilizzato e rigorosamente uniformato ai dettami del regime, assolutamente pronto al consenso plebiscitario” non può non venirci in mente che tutti i temi, nessuno escluso, sembrano rivolti contro un unico nemico, l’attuale maggioranza politica, o comunque sponsorizzino una visione del mondo in bilico tra il veterocomunismo e il radical-chic. Non possiamo non accorgerci che non è accettata nessuna deriva dal consenso che non c’è più: chi non si adegua, cioè ora come ora la maggioranza della popolazione, è etichettato dai corifei del pensiero unico con epiteti di ogni sorta. Li abbiamo letti e ascoltati, questi sacerdoti del conflitto, dalle loro tribune nei giornali e nelle televisioni.

Se “La versione di Aristotele (…) è davvero un’ottima scelta, perché è stata pensata per fare un dispetto al pessimo ministro dell’Interno che attualmente abbiamo (…) Bravi al ministero, hanno scelto un brano che dà inizio alla Resistenza contro il nuovo fascismo”, Canfora dixit, è evidente a cosa il maturando avrebbe dovuto pensare leggendo sulla traccia “La figura del nemico ha sempre rappresentato un elemento indispensabile per il buon funzionamento dei sistemi di propaganda. Insomma, si tratta di un protagonista assoluto – se non unico – dell’argomentazione di tipo propagandistico; una figura dalla rilevanza tale da costringere l’intero spazio della politica a organizzarsi in sua funzione.

Che il ministero abbia voluto fare propaganda sulla pelle dei ragazzi, usati come pietre contro il malvagio governo populista e fascista, appare evidente. E allora via con leggi razziali, l‘esaltazione dell’individuo solo, la creatività vista solo in senso economico, il disprezzo per la massa manovrata, la scienza come ultimo tribunale a cui bisogna rassegnarsi a cedere, un europeismo mai esistito nei termini forniti, un concetto di uguaglianza a senso unico. Immagino che chi abbia frequentato collettivi e autogestioni e i salotti bene sia stato in qualche maniera favorito.

Un ricordo della mia maturità. Quell’anno ci fu un tema sull’energia nucleare e io lo scelsi. Il membro esterno della commissione di esame, all’orale, mi domandò “Cosa ha voluto esprimere, con questo tema?”

Io risposi, “Ho voluto scagliarmi contro quanti vedono l’energia nucleare come una specie di feticcio maligno…”

E lei: “Ah, io sono una di quelli”.

Silenzio imbarazzato. La mia scuola cattolica, quell’anno, non ebbe neanche uno studente a pieni voti.

Non so se qualcuno dei ragazzi abbia capito cosa ci sia dietro l’operazione decisa dal primo ministro dell’istruzione che la maturità non l’ha mai sostenuta. Ma, anche fosse, dubito che abbia avuto il coraggio necessario per scriverlo chiaramente sul suo tema. Se i capi della scuola fanno una porcheria del genere, perché i loro sottoposti dovrebbero trattenersi dal bastonare il ragazzo che mostrasse di avere un po’ di pensiero critico, un ragionamento non disteso sulla vulgata progressista, e osasse manifestarlo?

Penso però che l’effetto di impiegare così tanta ideologia nell’esame un effetto su almeno una parte dei ragazzi lo abbia avuto. Gliel’abbia fatta odiare. E questa è una lezione che, lassù dove decidono, con tutta la loro sapienza non hanno ancora compreso.

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